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martedì 25 febbraio 2014

L'abbandono dei cani

L'abbandono dei cani, ecco i motivi per cui non abbandonarli.

Arriva finalmente l'estate, si avvicinano le tanto attese vacanze, ma abbiamo un problema. Non sappiamo dove lasciare il nostro cane, come si fa? Ma semplice, lo lasciamo all'area di servizio, tanto se la caverà comunque, tanto è solo un cane.
Ogni anno all'arrivo dell'estate iniziano le iniziative per contrastare il fenomeno dell'abbandono. Ma finita l'estate si fa la conta di tutti gli animali che effettivamente vengono lasciati al loro destino. Eppure le cronache non ci parlano solamente di cani e gatti abbandonati ma anche di pitoni, rettili, tartarughe, furetti e conigli, tutti animali che vengono classificati sotto il nome di “pets” animali d'affezione.
L'abbandono è una cosa ignobile, pensiamo al cane ad esempio, un cane abbandonato è un cane morto, non potrebbe sopravvivere perché non è stato abituato per procurarsi il cibo da solo. L’abbandono provoca nel cane un trauma immenso che ha ripercussioni psicologiche pesantissime che possono perdurare per tutta la vita; i cani abbandonati sono cani sconfitti, abbattuti psicologicamente, alle volte depressi; sono creature che hanno provato cos’è il rifiuto, la frustrazione di non essere più amate. Si pensa che la razza umana sia la sola in natura ad avere una morale, ma quando l'uomo abbandona il suo migliore amico, è capace di qualsiasi cosa e non perché manca di morale, ma perché manca di compassione e responsabilità.
Quando si abbandona un cane, si pensa che quest'azione è fine a se stessa, ma non è cosi. L'abbandono è una piaga sociale perché diventa un pericolo anche per l'uomo stesso. Quando si creano branchi di cani che mordono fino alla morte, quei cani sono gli stessi cani che venivano nutriti dalla stessa mano che li ha rifiutati. L'abbandono è un reato punibile dalla legge, ma visto che se ne parla vuol dire che la legge è assente.

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