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domenica 23 febbraio 2014

La processionaria, pericolosa per i nostri cani.

La processionaria, un vero pericolo per i nostri cani e anche per l'uomo

Con l'arrivo delle belle giornate, noi tutti siamo spinti a farci delle belle passeggiate accompagnati dai nostri inseparabili amici a 4 zampe in pineta o boschi. Ci sarebbe però da dire che le pinete sono popolate da una insetto molto ma molto pericoloso. Stiamo parlando della processionaria, un lepidottero, è una farfalla le cui larve si sviluppano sulle conifere e in particolar modo su alcune specie di pino (pino nero, pino marittimo, pino silvestre, ecc.)


La farfalla, di un colore grigiastro, con un corpo tozzo e peloso con apertura alare che va dai 30 ai 45 mm., depone le uova alla fine dell’estate, le quali daranno vita a nuove larve, formando nidi contenenti da 100 a 400 uova, posti all’estremità dei rami più soleggiati. Ma è allo stato larvale che questi lepidotteri rappresentano un vero problema per la salute dei nostri cani, le larve scendono dai loro nidi una attaccata all'altra come in processione, fino a toccare terra per trasformarsi prima in crisalidi e poi in farfalle. Il cane spinto dalla curiosità, prendendo in bocca l'insetto, può procurarsi danni irreversibili alla lingua e apparato boccale, laringo-esofageo e gastrointestinale.
Alla lingua e alla bocca provoca la necrosi dei tessuti venuti a contatto con i peli urticanti del lepidottero, con la conseguente caduta della parte di organo colpito; in questo caso il danno può essere limitato ma a volte è così esteso da comportare la soppressione dell’animale. In caso di ingestione di alcuni peli, che raramente si verifica anche a causa dell’enorme salivazione che il fatto comporta, la conseguenza è generalmente e fatalmente la morte dell’animale. Le cure consistono nell’uso del cortisone, per limitare il gonfiore, il dolore ed evitare lo shock anafilattico; quello di antibiotici per limitare l’irruzione batterica. Esistono modi per sconfiggere la processionaria. Il primo è asportare i nidi formatisi sui rami e bruciarli, stando attenti a non avere nessun tipo di contatto con i peli urticanti che possono provocare di conseguenza danni alla pelle e agli occhi.

La seconda consiste nel trattamento della chioma della conifera con prodotti insetticidi. fatto la prima settimana di settembre e ripetuto una sola volta dopo circa 15 giorni. Il prodotto è innocuo per tutti i vertebrati.

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